Teodoro Melle
2012-07-27 07:57:45 UTC
1) per Wesgo : "in un processo sportivo, l'onere della prova spetta
all'accusa o alla difesa?"
questa domanda, in un ottica squisitamente tecnica, non ha nè capo nè coda;
per cui tento di interpretarla, ma se sbaglio ti prego di segnalarmelo.
Ipotizzo che tu scorga nel procedimento disciplinare una sorta di
"inversione dell'onere della prova", in virtù del quale, formulata un'accusa
è onere dell'imputato fornire prova certa della propria innocenza. Se è così
ti avviso che stai incorrendo in un errore plateale, le dichiarazioni del
pentito, sulle quali si fondano i capi di imputazione sono, a tutti gli
effetti, una prova (da corroborare). Per cui, senza dilungarmi
ulteriormente, nessuna inversione.
2) per faber : "Ma a chi in vita sua non è mai capitato di farsi i cazzi
suoi?"
a tutti, senza eccezioni e falsi moralismi, mi verrebbe voglia di proporre
esempi, il consumatore che non denuncia il commerciante che non ha emesso lo
scontrino fiscale oppure il passante che si guarda bene dal denunciare lo
spacciatore davanti alle elementari o il branco che stupra una ragazzina. Ma
sono esempi incompatibili. Lo ammetto.
Però ti sfugge un dettaglio, l'omessa denuncia è un ipotesi contemplata da
quell'ordinamento settoriale del quale ogni tesserato ha scelto
spontaneamente di far parte. In altri termini, prestandovi adesione si è
impegnato, in presenza di determinate condizioni, a non farsi i cazzi suoi
esponendosi altrimenti alla sanzione disciplinare.
3) per qu : "Teo, il patteggiamento lo usa qualsiasi avvocato in ambito,
quando ci sono le possibilità"
da uno scaltro leguleio praticone (in senso benevolo) non potevo aspettarmi
altro. Si, il patteggiamento è un opzione "comoda" contemplata
dall'ordinamento giuridico settoriale (resta ovviamente aperta la questione
Bonucci). Uno sconto di pena rispetto a una sanzione relativamente lieve è
chiaramente opportunità da valutare. Hai citato più volte l'esempio di
Guardiola, ometti però una circostanza significativa, Guardiola non allenava
una squadra che aveva recentemente dovuto subire l'onta di calciopoli. E'
questo che mediaticamente attribuisce all'ipotesi un peso del tutto diverso
(e si, su questo punto condivido in toto le tesi di Marina). Oggi si usa,
con valenza chiaramente dispregiativa, il termine "prescritto", anche la
prescrizione è un istituto applicabile a beneficio dell'imputato, solo che,
a differenza del patteggiamento, non determina alcuna pregiudiziale a
sostengo della sua presunta colpevolezza.
4) per Grebo : "Come noto leggo molto e capisco poco. I palloni gonfiati
però li riconosco subito, datemene atto."
terminologicamente ineccepibile, individualista ed egocentrico per cui,
incontestabilmente, "pallone gonfiato", ne prendo atto senza considerarmi
offeso, è una delle mie caratteristiche negative e ti ringrazio di averla
opportunamente evidenziata. Resta da dire che da chi sceglie arbitrariamente
quando è arrivato il momento di glissare o di dispensare etichette la
accetto assai più volentieri trattandosi evidentemente di persona ferrata in
materia.
5) per Marina :
nessuna citazione per te, solo la correzione di un equivoco, hai intrapreso
coraggiosamente la tua personale battaglia contro la giustizia sportiva, rea
di averci penalizzati da calciopoli in poi; molte delle tue osservazioni le
condivido, altre, onestamente, mi sembrano dettate dal ventre più che dal
cervello. In primis, mai asserito che ESISTONO ALTRE PROVE a carico di
Conte, ho affermato piuttosto che una prova testimoniale non corroborata da
riscontri verrebbe agevolmente spazzata via dalla difesa. Chiarito questo, e
a beneficio collettivo, per avere un pentito non basta trovare qualcuno che
ci infanghi per puro rancore personale, occorre trovare una persona disposta
ad ammettere propri illeciti, agganciando ad essi il nostro coinvolgimento.
Non è dettaglio da poco, anche ove si consideri che i pentiti suddetti non
si presentarono spontaneamente e improvvisamente a rendere le proprie
confessioni. Furono convocati per farlo sulla base di un inchiesta già
aperta, cosa che dovrebbe indurre un avvocato a supporre che qualcosa
esistesse già prima della loro autodenuncia.
all'accusa o alla difesa?"
questa domanda, in un ottica squisitamente tecnica, non ha nè capo nè coda;
per cui tento di interpretarla, ma se sbaglio ti prego di segnalarmelo.
Ipotizzo che tu scorga nel procedimento disciplinare una sorta di
"inversione dell'onere della prova", in virtù del quale, formulata un'accusa
è onere dell'imputato fornire prova certa della propria innocenza. Se è così
ti avviso che stai incorrendo in un errore plateale, le dichiarazioni del
pentito, sulle quali si fondano i capi di imputazione sono, a tutti gli
effetti, una prova (da corroborare). Per cui, senza dilungarmi
ulteriormente, nessuna inversione.
2) per faber : "Ma a chi in vita sua non è mai capitato di farsi i cazzi
suoi?"
a tutti, senza eccezioni e falsi moralismi, mi verrebbe voglia di proporre
esempi, il consumatore che non denuncia il commerciante che non ha emesso lo
scontrino fiscale oppure il passante che si guarda bene dal denunciare lo
spacciatore davanti alle elementari o il branco che stupra una ragazzina. Ma
sono esempi incompatibili. Lo ammetto.
Però ti sfugge un dettaglio, l'omessa denuncia è un ipotesi contemplata da
quell'ordinamento settoriale del quale ogni tesserato ha scelto
spontaneamente di far parte. In altri termini, prestandovi adesione si è
impegnato, in presenza di determinate condizioni, a non farsi i cazzi suoi
esponendosi altrimenti alla sanzione disciplinare.
3) per qu : "Teo, il patteggiamento lo usa qualsiasi avvocato in ambito,
quando ci sono le possibilità"
da uno scaltro leguleio praticone (in senso benevolo) non potevo aspettarmi
altro. Si, il patteggiamento è un opzione "comoda" contemplata
dall'ordinamento giuridico settoriale (resta ovviamente aperta la questione
Bonucci). Uno sconto di pena rispetto a una sanzione relativamente lieve è
chiaramente opportunità da valutare. Hai citato più volte l'esempio di
Guardiola, ometti però una circostanza significativa, Guardiola non allenava
una squadra che aveva recentemente dovuto subire l'onta di calciopoli. E'
questo che mediaticamente attribuisce all'ipotesi un peso del tutto diverso
(e si, su questo punto condivido in toto le tesi di Marina). Oggi si usa,
con valenza chiaramente dispregiativa, il termine "prescritto", anche la
prescrizione è un istituto applicabile a beneficio dell'imputato, solo che,
a differenza del patteggiamento, non determina alcuna pregiudiziale a
sostengo della sua presunta colpevolezza.
4) per Grebo : "Come noto leggo molto e capisco poco. I palloni gonfiati
però li riconosco subito, datemene atto."
terminologicamente ineccepibile, individualista ed egocentrico per cui,
incontestabilmente, "pallone gonfiato", ne prendo atto senza considerarmi
offeso, è una delle mie caratteristiche negative e ti ringrazio di averla
opportunamente evidenziata. Resta da dire che da chi sceglie arbitrariamente
quando è arrivato il momento di glissare o di dispensare etichette la
accetto assai più volentieri trattandosi evidentemente di persona ferrata in
materia.
5) per Marina :
nessuna citazione per te, solo la correzione di un equivoco, hai intrapreso
coraggiosamente la tua personale battaglia contro la giustizia sportiva, rea
di averci penalizzati da calciopoli in poi; molte delle tue osservazioni le
condivido, altre, onestamente, mi sembrano dettate dal ventre più che dal
cervello. In primis, mai asserito che ESISTONO ALTRE PROVE a carico di
Conte, ho affermato piuttosto che una prova testimoniale non corroborata da
riscontri verrebbe agevolmente spazzata via dalla difesa. Chiarito questo, e
a beneficio collettivo, per avere un pentito non basta trovare qualcuno che
ci infanghi per puro rancore personale, occorre trovare una persona disposta
ad ammettere propri illeciti, agganciando ad essi il nostro coinvolgimento.
Non è dettaglio da poco, anche ove si consideri che i pentiti suddetti non
si presentarono spontaneamente e improvvisamente a rendere le proprie
confessioni. Furono convocati per farlo sulla base di un inchiesta già
aperta, cosa che dovrebbe indurre un avvocato a supporre che qualcosa
esistesse già prima della loro autodenuncia.